Sensazionale!
“Acqua Dolce” è esaurita un'altra volta!
Non nel senso che, come noi adulti, sia stanca, nervosa e si arrabbi subito. Noo! Lei sguazza felice tra i mari dell’Isola verde, dove è andata con la sua nave Arcobaleno. Ma nel senso che il suo libro per la quarta volta è stato comprato dai bambini, lottando, spingendosi e mordendosi, fino all’ultima copia.
I delfini e le scimmie sono preoccupati, ma Andrea Bouchard no (è un po' esaurito, ma non preoccupato), perché ha saputo che il 21 marzo, insieme alla primavera, arriverà la quinta edizione di “Acqua Dolce”, per chi non l'ha letta e per chi non c'era o per chi quel giorno lì inseguiva una balena.
Mi hanno chiamato Acqua Dolce perché sono nata cascando in un mare che si poteva anche bere, una volta che mia mamma, sta pasticciona, non riusciva ad aprire il paracadute. Ma è una storia lunga e così particolare che ci hanno scritto persino sopra un libro. Andrea Bouchard mi ha riempito di domande e diceva che la mia era una storia meravigliosa Ma a me non sembra, anzi, da bambina ero molto triste, addirittura non parlavo. Non si è mai capito bene perché, so solo che non mi uscivano le parole.
Avevo anche altre stranezze, per esempio non volevo mai uscire dall'acqua, tanto che mia mamma ha dovuto inventarsi il passeggiacqua, un passeggino con una vasca dentro, per farmi stare buona. E’ vero, avevo tanti amici: scimmie, delfini, tartarughe e un gabbiano, ma non le potevo tenere in casa e alla fine me le hanno tolte per punizione, quella volta che ho allagato la palestra. Meno male che Verdicchio, il gabbiano, vola dove gli pare e non me lo hanno potuto portare via. Tornava sempre di nascosto a farmi compagnia la sera. Ma a 10 anni finalmente...
Daria De Florian legge un brano del libro al Teatro Italia, Roma.
Edito dalla Salani (7.80 euro), è costituito da 138 pagine scritte larghe, rivolte ai bambini della scuola elementare, inframmezzate dai disegni di Giovanni Manna. Il ritmo è incalzante e il breve romanzo si legge d'un fiato, tra risate e piccoli momenti di paura; ma a libro chiuso, restano anche nuove consapevolezze: sulla accettazione della diversità e la ricerca dell'identità. E' scritto con parole e immagini dell'uso quotidiano dei bambini di otto anni, per agevolare la lettura di una generazione che fatica ad innamorarsi della letteratura.
Dice Tito Vezio Viola su La Nuova Ecologia “Andrea Bouchard rende narrazione l'incontro con l'altro da sé, sapendo percorrere un fantastico battente poco propenso alla morale che si fa leggere con passione, ma non rinuncia alla complessità dei sentimenti di scoperta”.
E’ uscito nel 2008 e ristampato nel 2009 e nel 2010. Nel maggio 2010 ha vinto il Premio biblioteche di Roma –sezione ragazzi, per la fascia 8-10 anni. E’ stato presentato dall’autore in oltre 50 incontri organizzati da scuole, librerie e festival di letteratura per ragazzi.
Acqua dolce di Andrea Bouchard edizione gli istrici Salani